Tuttestorie, e adesso?
Tuttestorie, e adesso?
Quando ho ricevuto l'invito di Manuela Fiori per partecipare a Tuttestorie di Cagliari sono stata colta da un'euforia che mi ha accompagnato per tutto il Festival. La questione è semplice, tutti quelli che lavorano nel settore della letteratura per ragazzi lo sanno: Tuttestorie è magico. Ed è stato bellissimo constatarlo di persona. Difficile invece è ritornare nella vita reale e togliersi dalla testa la canzone Giostrine di inizio e di fine di Bruno Tognolini e Antonello Murgia, che ha rallegrato i nostri pomeriggi all'Exma e che da due giorni continuo a canticchiare.
Quando ho ricevuto l'invito di Manuela Fiori per partecipare a Tuttestorie di Cagliari sono stata colta da un'euforia che mi ha accompagnato per tutto il Festival. La questione è semplice, tutti quelli che lavorano nel settore della letteratura per ragazzi lo sanno: Tuttestorie è magico. Ed è stato bellissimo constatarlo di persona. Difficile invece è ritornare nella vita reale e togliersi dalla testa la canzone Giostrine di inizio e di fine di Bruno Tognolini e Antonello Murgia, che ha rallegrato i nostri pomeriggi all'Exma e che da due giorni continuo a canticchiare.
E adesso?
E adesso?
Adesso sono ancora completamente immersa nel tema scelto per questa diciannovesima edizione appena conclusa. Il Festival è finito e mi manca tanto, ma mi ha regalato la forza per nuovi inizi, per riprendere in mano storie che ho lasciato da sole per troppo tempo a causa degli eventi che mi hanno travolto in questo pesantissimo anno. E allora grazie infinite a tutte le persone che hanno fatto un po' di Tuttestorie insieme a me. Grazie con queste istantanee, in ordine sparso.
Adesso sono ancora completamente immersa nel tema scelto per questa diciannovesima edizione appena conclusa. Il Festival è finito e mi manca tanto, ma mi ha regalato la forza per nuovi inizi, per riprendere in mano storie che ho lasciato da sole per troppo tempo a causa degli eventi che mi hanno travolto in questo pesantissimo anno. E allora grazie infinite a tutte le persone che hanno fatto un po' di Tuttestorie insieme a me. Grazie con queste istantanee, in ordine sparso.
La mia risata, riconosciuta e poi riconoscibile. La commozione negli occhi di una bibliotecaria. Il Disegno Infinito del Mondo. I pranzi, le cene e le pause al bar, con persone sempre diverse, e sempre tanto interessanti. La passeggiata sul lungomare al sole, e quella da vecchie befane nel vento di Cagliari. Gli accompagnatori puntuali e gentili. Le domande difficili dei lettori tredicenni. Gli occhioni dolci delle lettrici. Le voci sottili. I post-it colorati. Gli abbracci. Lo staff infinitamente generoso e disponibile. Il mio pessimo senso dell'orientamento. Le chiacchiere cinematografiche sotto la pioggia. I regali a scuola. Le esplosioni dei palloncini durante gli incontri. I re e le regine di Finemondo. I piccoli abbarbicati alle mamme. I sorrisi bellissimi. I tre finali e tutto ciò che ne consegue. L'atmosfera gioiosa in ogni dove. Parlare della mia recente perdita senza avere il magone. Il baratto testamentario poetico. La terra per l'olivastro appena piantato. I poeti vivi e i denti dei defunti. Il mio imbarazzante inglese con lo scrittore internazionale. L'anello sonoro. Il mare. La paura dei gabbiani condivisa. I dolcetti a metà. Gli incipit strabilianti. I selfie con le lettrici. Gli specchi nei libri e nella vita vera. L'odore del contenuto della cassa del killer. Il finale più crudele. Le dediche sui libri. I ritratti sui badge. La domanda su Profondo rosso, quella sulle fiabe e quella sugli amori adolescenziali. La scelta della spada perfetta. Lo sguardo lievemente terrorizzato di una bambina durante il racconto. L'ufficio poetico senza fine. Scoprire solo a casa che un lettore tredicenne mi ha trovato fantastica.
La mia risata, riconosciuta e poi riconoscibile. La commozione negli occhi di una bibliotecaria. Il Disegno Infinito del Mondo. I pranzi, le cene e le pause al bar, con persone sempre diverse, e sempre tanto interessanti. La passeggiata sul lungomare al sole, e quella da vecchie befane nel vento di Cagliari. Gli accompagnatori puntuali e gentili. Le domande difficili dei lettori tredicenni. Gli occhioni dolci delle lettrici. Le voci sottili. I post-it colorati. Gli abbracci. Lo staff infinitamente generoso e disponibile. Il mio pessimo senso dell'orientamento. Le chiacchiere cinematografiche sotto la pioggia. I regali a scuola. Le esplosioni dei palloncini durante gli incontri. I re e le regine di Finemondo. I piccoli abbarbicati alle mamme. I sorrisi bellissimi. I tre finali e tutto ciò che ne consegue. L'atmosfera gioiosa in ogni dove. Parlare della mia recente perdita senza avere il magone. Il baratto testamentario poetico. La terra per l'olivastro appena piantato. I poeti vivi e i denti dei defunti. Il mio imbarazzante inglese con lo scrittore internazionale. L'anello sonoro. Il mare. La paura dei gabbiani condivisa. I dolcetti a metà. Gli incipit strabilianti. I selfie con le lettrici. Gli specchi nei libri e nella vita vera. L'odore del contenuto della cassa del killer. Il finale più crudele. Le dediche sui libri. I ritratti sui badge. La domanda su Profondo rosso, quella sulle fiabe e quella sugli amori adolescenziali. La scelta della spada perfetta. Lo sguardo lievemente terrorizzato di una bambina durante il racconto. L'ufficio poetico senza fine. Scoprire solo a casa che un lettore tredicenne mi ha trovato fantastica.