Trame in giallo

I libri non hanno data di scadenza, per fortuna. Il mio romanzo per ragazzi L'Orlando investigatore. Il delitto di Monteparduzzo edito da Mimebù nel 2021 continua a girare nelle scuole, e anche quest'anno ho incontrato molti giovani lettori e lettrici dalla quinta primaria alla seconda media. In particolare la scuola secondaria di primo grado Farini di Bologna mi ha invitata per parlare non solo di giallo, ma anche di orientamento scolastico - la scelta della scuola superiore è un aspetto molto importante per il protagonista Orlando. E così, con mio grande piacere, ragazze e ragazzi mi hanno sorpreso con lavori realizzati da loro e domande in grande quantità.

Inevitabilmente tutti gli incontri virano al fulcro della storia, e quindi si parla soprattutto della trama e dei personaggi, per questo mi piace concludere sempre con un gioco di scrittura creativa. Un gioco che porta alla realizzazione, da parte degli studenti, di trame che spaziano dal giallo horror al noir comico - in tre anni di incontri nelle scuole ne ho lette davvero di tutti i colori, i ragazzi sono fantastici! 

Qui un esempio: una ragazza che mi ha fatto morire dal ridere col suo "odiava la ginnastica e il mondo". 😄

Grazie alla prof Caterina stavolta ho ricevuto anche dei brevi racconti nati da quelle trame inventate per gioco. Eccone tre, scritti da Viola, Margherita e Alice della seconda E.  Buona lettura.

Amore cotto in  padella

Quella notte mi svegliai di soprassalto, le gocce di sudore mi colavano dalla fronte, avevo avuto un incubo o forse no.

Mi avvicinai a passi lenti alla porta della mia stanza al dormitorio. Sentivo dei fruscii all'esterno. Appoggiai una mano e con quella l'orecchio per sentire meglio, poco dopo capii chi era. Il ragazzo che mi perseguitava dalla mia entrata al college, tutti i suoi amici mi avevano detto che era innamorato di me e poi me lo disse anche lui più volte. Io però non ero interessata e probabilmente questo lo faceva, infuriare infatti iniziarono gli episodi di stalking.

Alcune notti si accucciava fuori dalla porta del mio dormitorio e con le unghie graffiava il legno sussurrando il mio nome. Piano piano divenne un incubo. Lo ritrovavo agli stessi corsi che frequentavo io, cercava sempre di sedersi accanto a me, ma la maggior parte delle volte non ci riusciva perché io mi mescolavo alla folla di studenti che cercavano posto nell'aula.

Quando andavo a fare compere con le mie amiche, puntualmente lui era lì, che mi guardava e provava ad avvicinarsi.

Si era anche procurato l'armadietto vicino al mio, affinché potesse rivolgermi la parola per qualche secondo. Gli unici momenti di pace erano quando partiva per le vacaze di Natale e io rimanevo al College, anche se mi riempiva di chiamate sebbene io non gli avessi mai dato il mio numero.

Tutti questi episodi accumulavano in me molta paura, ma più avanti iniziai a provare rabbia, proprio quella che mi incitò a fare quello che ho fatto.

Erano le vacanze di Pasqua, molti professori erano partiti e anche alcuni custodi quindi i corridoi erano deserti. Una mattina io e le mie amiche andammo a fare colazione al bar.

“Perché non facciamo un pigiama party questa notte?” disse Brenda.

“Non so, potrebbero scoprirci” rispose un'altra.

Io però le convinsi. Quella notte vennero in camera mia con un cesto pieno di snack, ci sedemmo sul letto e fra chiacchiere e risate ci accorgemmo che dovevamo fare rifornimento. Decisi quindi di andare di nascosto nella cucina del College. Accesi la luce e cercai gli snack da tutte le parti, negli scaffali, nei cassetti, ovunque, ma non li trovavo.

A un certo punto sentii dei passi dietro di me e una mano mi toccò la spalla. I battiti accelerarono e con quelli il mio respiro, sapevo benissimo chi era. L'unica cosa che seguii fu il mio istinto.

Presi una padella, la mia mano era tremante e sudata.

Con tutta l'adrenalina che avevo in corpo colpii la nuca del ragazzo. Il suo viso si girò, mi guardò e accennò un sorriso prima di fare un sussulto e cadere a terra con un tonfo.

Le lacrime mi uscirono dagli occhi, la padella mi scivolò dalla mano. Con il respiro affannato presi il corpo e lo buttai fuori dalla finestra che si affacciava sul giardino meno frequentato della scuola.

Continuai a piangere e mi diressi in camera, non provavo emozioni, ero inerte a tutto. Prima di entrare mi asciugai le lacrime e una volta dentro mi sedetti sul letto, continuando a parlare.

Brenda disse: “Sì, ho letto questo libro che si intitola Amore cotto in padella, è bellissimo!”

Emisi un sussulto, una lacrima bagnò il lenzuolo, ma nessuno se ne accorse.

Viola


Zuppa di funghi

È una sera qualunque qui in campagna, tutto è tranquillo, lento e monotono, d'altronde non succede mai niente di interessante, tutti i giorni sono uguali e noiosi.

Oggi, tanto per farmi felice, la mamma ha preparato una zuppa con i funghi.

Bleha! Non mi piacciono proprio, sono disgustosi, ma visto che altrimenti vado a letto a stomaco vuoto, prendo il cucchiaio e assaggio la zuppa, ancora un po' titubante.

Ed ecco che sento il pavimento della casa muoversi, poi creparsi, chiedo aiuto a mamma, ma è come se lei non vedesse tutto ciò, infatti continua a mangiare.

Poi, come se non bastasse, si crea un vortice di acqua e un vento che mi trascina dentro, mi gira la testa, vedo tutto sfuocato e all'improvviso mi viene un gran dolore alle gambe.

Cosa mi sta succedendo?

Le gambe si uniscono e si trasformano in una coda di pesce violacea, viscida e squamosa, i mei capelli si slegano dalla folta coda raccolta alla nuca, la maglietta diventa un piccolo reggiseno rosa confette, faccio fatica a respirare e poi fine... il nulla, tutto è blu scuro. Finalmente capisco, sono nel profondo blu dell'oceano, attorno a me c'è solo acqua e niente altro.

Riesco a scorgere una lucina lontana, che mi guida fino a una grotta buia e silenziosa. Chiedo aiuto confusamente, ma sento solo l'eco della mia voce.

Improvvisamente spunta davanti a me una signora anzianotta, piena di rughe sul viso ed una cicatrice incisa obliquamente sulla guancia, ha capelli grigi e bianchi, che le cadono sulle spalle e infine parla: “Se a casa vuoi tornare, prima delle prove dovrai superare”.

Ripete questa frase almeno tre volte con la voce gracchiante e tremolante.

Io replico con voce incerta: “Quali prove?”

“Preparare la pozione tramutante, arrivare al portale della balena blu e attraversarlo bevendo la pozione.”

Io, incerta, mi avvicino al calderone, con lei alle spalle che mi guarda con aria di sfida. Preoccupata vado nel panico e comincio a urlare, il cuore mi batte a mille, quando...

Mi ritrovo nel mio letto con la mamma a fianco che mi rassicura dicendomi che mi ha portato lei a letto, perché ero talmente stanca che mi sono addormentata sul piatto.

Per fortuna, penso. Adesso adoro la mia vita monotona e tranquilla di campagna.

Margherita


L'uomo con il bastone

Quel giorno Jennifer stava tornando a casa dopo aver finito il suo turno di lavoro in Comune.

Negli ultimi tempi pensava spesso a un suo vecchio compagno di scuola che un tempo lei prendeva un po' in giro insieme ad altri ragazzi. Quest'uomo si era trasferito da qualche mese in città e certa gente lo temeva perché aveva l'aria di una persona misteriosa che se ne stava sempre sulle sue. Inoltre, essendo ormai anziano e un po' malandato, girava con un bastone e per questo era stato soprannominato Gamba di legno.

Jennifer, appena salite le scale del condominio, rovistò nella borsa  e si accorse di non avere le chiavi di casa, così iniziò a preoccuparsi perché in città non aveva parenti e quindi nessuno aveva una copia delle chiavi del suo appartamento.

Iniziò a pensare a che cosa fare fin quando non sentì qualcosa di legno cadere. Non fece in tempo a girarsi che qualcuno le coprì gli occhi con una benda. Seguirono una serie di colpi con qualcosa di duro e infine una coltellata nella schiena, fu l'ultimo colpo prima che la donna cadesse a terra morta.

Per fortuna un vicino di casa della vittima aveva visto dallo spioncino della portauna parte della scena, ma non aveva capito chi era l'assassino perché era nascosto. Chiamò subito la polizia e disse:

“Bu-buongiorno, chi-chiamo perché ho appena visto la mano di un uomo estrarre la lama di un coltello dalla schiena della mia vicina. Lei è morta”

“Signore, si calmi, arriviamo subito. Dove abita e come si chiama?”

“In vi-via  Napoli 4. Mi chiamo Brunelli”

Poco dopo arrivò la polizia, portarono via il corpo  e iniziarono le indagini. Al cadavere fu fatta l'autopsia. Ora avevano un sospettato: Gamba di legno. Il signor Brunelli infatti aveva dichiarato di avere sentito un rumore come di un bastone che colpiva i gradini e rimbombava nel condominio. Inoltre, quando l'assassino aveva tolto il coltello dalla schiena della vittama, si intravedeva proprio un bastone da passeggio.

Altre indagini confermaroo i sospetti della polizia, l'assassino era proprio Gamba di legno, che aveva compiuto l'omicidio per liberarsi da vecchi rancori: Jennifer a scuola lo prendeva sempre in giro in modo maligno, lo tormentava con i suoi scherzi, e lui non aveva dimenticato, tanto da decidere di vendicarsi.

Così l'anziano signore venne arrestato e la notizia girò su tutti i telegiornali del paese.

Un mese dopo l'accaduto si svolse il funerale di Jennifer, ex impiegata del Comune, pochi vi presero parte e la vita della città continuò ad essere quella di prima. 

Alice