Incipit 

L'anno scolastico 23-24 sta per finire e con mio grande piacere anche stavolta ho incontrato tanti giovani lettori e lettrici nelle scuole di ogni ordine e grado. La novità di quest'anno è stata la presenza del mio ultimo romanzo Cinque giorni (che ha appena vinto il secondo premio al Ceresio in giallo sezione Junior) edito da Pelledoca. Qui la mia faccia felice.

L'ultima classe che ho incontrato quest'anno, proprio pochi giorni prima del premio, è stata la seconda D della secondaria di primo grado, Istituto Comprensivo 4 novembre di Arezzo. La cosa più bella di incontrare le classi è che non esiste un incontro uguale all'altro, anche se si parte dallo stesso libro. Ci sono ragazzi e ragazze più interessati alla trama, altri più incuriositi dai mestieri legati alla scrittura. Ci sono quelli che ti abbracciano perché hanno amato i tuoi personaggi e altri che invece vogliono sapere tutto di te. 

Con la seconda D abbiamo parlato soprattutto di scrittura, dell'importanza della trama nel genere giallo e di quella di un incipit che riesca a catturare il lettore fin dalle prime parole. E poi hanno tirato fuori i loro taccuini (bellissimi) e si sono cimentati con la scrittura di un incipit con alcune caratteristiche su richiesta, altrimenti che gioco è? 

Insomma, sono riusciti a stupirmi. 

Tutto è partito dai miei incipit. Dico miei al plurale perché Cinque giorni ha una struttura particolare, il romanzo comincia di venerdì, ma la storia in realtà inizia il lunedì. Ho svelato dunque ai ragazzi che quel "C'è un vento che sposta la luna" è una frase che ho tenuto nel cassetto per diverso tempo, aspettando il momento giusto per usarla.

Cinque giorni, il venerdì di Giacomo (incipit romanzo)

Cinque giorni, il lunedì di Giacomo (quando tutto ha inizio)

Incipit di Tasfia

Incipit di Alessandro

Incipit di Arafat

Incipit di Rahima

Incipit di Tahera

Ed eccola di nuovo, quella strana ma molto familiare sensazione che sembra sempre stringermi lo stomaco. Succede ogni volta che la vedo, maledizione, ogni santissima volta. La osservo dalla finestra mentre è seduta alla scrivania, assorta nei compiti da fare per il giorno dopo. Non riesce a vedermi, anche per lei, io sono invisibile. Ma nonostante tutto, continuo ad amarla, come il povero stupido che sono. Appoggio il palmo della mano sul vetro e sospiro guardando in basso malinconico. Ma cosa la amo a fare? Tanto non ci metteremo mai insieme. È impossibile anche solo che mi noti, perché lei è viva e io no. (Incipit di Francesca)

Il patto del Sultano: La settima sera del mese di migrazione, il Sultano di Turchia va al bagno regale ma appena entra l'aria si fa cupa e tenebrosa. (Incipit di Safin)

Il fratello indistruttibile: Un giorno mi svegliai, vidi mio fratello giocare a palla e quindi giocai con lui. Per sbaglio gli tirai una pallonata fortissima in faccia, ma non era colpa mia, era colpa sua che si mise in porta, lui lo sa che tiro fortissimo però con lui un po' meno. Meno male che non si mise a piangere, se no non sarei vivo, e allora ci giocai ancora fino a ora di pranzo. (Incipit di Cj)

10: Ed eccomi qua, in questa stupida stanza di ospedale, legata al letto ed obbligata a non vedere nessuno oltre alla psicologa, l'unica cosa che mi salva è scrivere. Spesso scrivo di come mi immagino che sia diventato il mondo durante i miei 10 mesi di coma ma oggi voglio parlarvi di come andando semplicemente in cucina sono finita così. Ma prima voglio parlarvi un po' di me: mi chiamo Agata, ho 16 anni e sono una ragazza normale anche se "normale" non è la parola che la gente utilizza per parlare di me, non perché me lo abbiano detto ma insomma come puoi chiamare "normale" una persona come me. «Come me in che senso?» mi chiese la psicologa quando la prima volta mi presentai così a lei. «Diversa» risposi. In fondo trovatemi un'altra persona come me. Vabbè basta chiacchiere adesso vi spiego la mia storia. (Incipit di Emily)


Grazie alla prof Annalisa che mi ha mandato questi lavori così diversi tra loro, alcuni potrebbero diventare davvero dei racconti completi, voi da quale partireste? Io avrei l'imbarazzo della scelta. Grazie ragazze, grazie ragazzi, che gioia incontrarvi. Qui la mia faccia intelligente 😁.