LE STORIE SONO VERE

omaggio a Roald Dahl

La mia passione nei confronti di tutto ciò che ruota intorno alla paura, al mistero e alle tenebre è ormai piuttosto manifesta, persino quando mi sono avvicinata alla letteratura per ragazzi la scintilla di puro amore è scattata per il libro di Roald Dahl più spaventoso (e magnifico, aggiungo). Per questo un po' di tempo fa ho scritto una storia per omaggiare l'autore che mi ha cambiato la vita, non per quel libro in particolare ma per il suo punto di vista, sempre dalla parte dei bambini, all'interno di una produzione letteraria originale e rivoluzionaria.

Oggi è il 13 settembre ed è il suo compleanno, avrebbe compiuto 106 anni! Ecco perché proprio oggi ho pensato di mettere sul blog questo inedito, è un breve racconto adatto a bambine e bambini dai 6 ai 9 anni circa, perfetto anche per Halloween se volete stamparlo e regalarlo in occasione della notte delle streghe ...

In più c'è un pizzico del mio lavoro teatrale, ma ho detto già troppo. Buona lettura.

LE STORIE SONO VERE

Mi chiamo Giovanna, ho otto anni e non vado a scuola. So cosa state per dire: che sono fortunata.

Ma prima di parlare dovreste leggere la mia storia, fino in fondo.

Ve lo dico subito, la mia è una storia terrificante e possono leggerla solo i tipi coraggiosi. Se non siete coraggiosi lasciate perdere, potreste spaventarvi a morte o non dormire mai più. Quindi chiudete questo libro e prendetene un altro. Leggete un racconto tranquillo e rassicurante, pieno di gente sorridente e di farfalle colorate, questo non fa per voi. Qui non ci sono farfalle.

Se invece siete di quelli che non hanno paura di niente, allora potete continuare, quello che sto per raccontare vi piacerà.

Dicevo che mi chiamo Giovanna, ho otto anni e da sempre amo i libri e le storie. Forse perché la mamma lavora in biblioteca, che è il posto dove ci sono tantissimi libri, oppure perché sono piena di immaginazione, come dicono i nonni, comunque mi piace leggere e andare a teatro.

A teatro ci sono gli attori che recitano oppure i pupazzi che parlano, e io ci andavo sempre con i miei amici, Marco e Mirella. Ora non ci vado più, neanche a scuola vado più, e mi dispiace un sacco. E poi non so dove sono finiti i miei amici, mi mancano.

È successo tutto un anno fa, qui, in biblioteca. Mamma aveva organizzato una di quelle cose che mi piacciono tanto: le Fiabe del Sabato.

Non me ne perdevo una, con Marco e Mirella eravamo sempre seduti in prima fila a guardare e ascoltare, una storia sempre diversa, una più bella dell'altra. Certe volte c'era anche il mio fratellino, ma non quella volta, quel giorno lui è stato fortunato, o è stato più furbo, non lo so. Era un sabato mattina e la fiaba del giorno era una di quelle speciali, con le luci forti e i pupazzi grandi con le voci belle, come a teatro.

Non tutte le voci però erano belle, la strega aveva una voce terribile. Faceva venire i brividi.

È in quel momento che mio fratello Iacopo si è messo a strillare e papà lo ha portato via. Magari lui aveva capito tutto, mentre noi eravamo contenti, rispondevamo alle domande di quella orribile strega e ridevamo per non mostrare la paura.

Non avevo mai visto un pupazzo così. Sembrava proprio vera. Anche la principessa sembrava vera, e il re pure, ma non è servito a niente. I re non sono poi così potenti.

“Potrei trasformare questi bambini” ha detto la strega al re, lui ha risposto di no, ma noi, che sciocchi, abbiamo urlato sì.

Come vorrei tornare indietro nel tempo e cambiare tutto. Mi basterebbe un attimo, l'attimo che ha scombussolato le nostre vite per sempre.

“Li trasformerò in topi – ha detto sogghignando – bambini volete diventare dei topi cicciottelli?”.

E noi ancora quel “sì”, tutti insieme, tutti d'accordo, tutti presi dall'euforia di quel gioco fantastico. Poi sono arrivate le parole sconosciute, una formula magica così spaventosa da farci cambiare idea all'istante. Ma ormai era troppo tardi.

Questa volta sono stati gli adulti a urlare. Mamme, papà, nonne e nonni terrorizzati. Correvano in tondo senza sapere cosa fare.

Dietro al teatrino non c'era nessuno. Niente attori, niente copioni, niente scenografia, solo una storia vera. I grandi hanno continuato a sbraitare per ore strappandosi i capelli.

Quello che abbiamo provato noi bambini potete leggerlo in un altro libro, che lo spiega benissimo. Le streghe di Roald Dahl, quando il protagonista descrive la sua trasformazione. È precisamente quello che ho sentito nel mio corpo.

Quante volte ho riletto quel libro nell'ultimo anno, per scoprire se esiste un modo per tornare a essere una bambina, oppure se il mio destino è ormai questo.

Mi chiamo Giovanna, ho otto anni e vivo in una casetta che mi ha costruito papà, nella biblioteca dove lavora la mamma. Il mio unico amico è Iacopo, che adesso ha quattro anni e gioca con me tutti i giorni, leggo ancora tanti libri, e sono un topo.